EYES IN COLOR

Di un suo viaggio in Amazzonia, Franco Azzinari mi aveva parlato con entusiasmo ben 10 anni fa.

Aveva in testa un nuovo progetto: conoscere un pezzo dimenticato di questo mondo tecnologico dove rinvenire un’altra ispirazione artistica.

Sono affascinato, quasi incantato, dal suo racconto con i bambini dei nascosti villaggi indio che raggiunge navigando sui fiumi. Le sue parole sembrano pietre rotolanti quando mi spiega la relazione che è riuscito a creare con questi esseri di cui noi civilizzati non abbiamo idea.

Mi parla dei bimbi che crescono, forse in modo primitivo, ma forti della genuinità dei loro giochi che sono gli elementi della natura gli animali selvatici che vivono attorno i villaggi, le piante e la flora, le acque dei fiume melmose e stagnanti. Mi parla di uccelli, di scimmie, di pesci, di serpenti per noi pericolosi. E poi mi parla dei colori della natura: le tinte dei fiori, gli alberi enormi e i bambini che raggiungono le alte cime per scuotere i frutti. Ogni parola è un tocco del suo virtuoso pennello. Se a Franco gli dici che questi viaggi e questi incontri sono un’opera missionaria, il nostro maestro si schernisce, sorvola, non segue le tue parole. La sua mente vola altrove: al piacere di raccontare le sue esperienze umane. Mi dice che non sta facendo nulla di speciale. Eppure diventa un emozionante narratore quando descrive le sue lezioni sui colori ai piccoli indios. Gli basta una matita colorata per dare un momento di felicità ad una piccola india o al suo fratellino che tiene in braccio come se fosse la mamma. Prova gioia nel raccontare ciò, ma non cerca il premio, la considerazione di noi figli della società dei consumi. Esprime solo il piacere della narrazione e ciò facendo ti induce ad immaginarlo mentre è impegnato nella creazione di un suo nuovo dipinto. Credo che la pittura cui dà vita, sicuramente non è soltanto figlia meccanica di una tecnica pittorica raffinata. È frutto della modernità del suo pensiero, della sua ansia di conoscere della ricerca delle origini della dimensione umana, dentro la quale i beni materiali contano nulla. Sono altri i valori della ricerca nell’essere umano e nella natura. Franco cerca le vicende e i luoghi della letteratura perché in essa si trovano i colori e i profumi, i sentimenti e le emozioni, la vita e la gioia del vivere. Ho avuto decine e decine di chiacchierate con lui: mai mi ha parlato di morte, mai mi ha mostrato un dipinto di morte. Ama la vita.

Di Damiano Guagliardi – 11 gennaio 2021

“Amazzonia, meu amor”

l’omaggio di Màrcia Theòphilo la grande poetessa brasiliana ai “bambini indios” di Azzinari

Eyes in color“Sono io, il rio che trova il mare./Rami, linfe mature, sono specchio/dune di sabbia, verde sulle spiagge./In foglie di acaça, luna carnosa/frutta spessa, musica di sapori/fluido nervoso, lunare, il flusso./I suoni di Rio Araguaia e Xingu,/laghi, pantani, isole alluvionate/saltando, pulsa, vene della terra”.
“Eyes in Color”,“Gli occhi nel colore”. Devo riconoscere che oggi, nelle tele di Franco Azzinari, resiste forte lo spirito dei versi che negli anni ho dedicato alla mia meravigliosa terra di Amazzonia.
“Non è la morte a uccidere / ma l’avidità degli uomini / che arrivano in un’immensa barca per saccheggiare la foresta”.
Nei ritratti che l’artista italiano dedica oggi alla mia Amazzonia, non ci sono solo i colori accesi della mia gente, i caratteri forti dei loro volti, la forza espressiva di un popolo eternamente in fuga e depredato, la bellezza dei paesaggi che hanno accompagnato la mia esistenza e la mia formazione culturale, ma ci sono soprattutto i bambini indios della mia terra, e che Azzinari racconta e rappresenta cogliendone i colori dentro ai loro occhi, che è quanto di più vero e di più reale si possa cogliere lungo le mille foreste verdi e lussureggianti della mia gente.
“I bambini guerrieri/ ciascuno incarna un mito/hanno cinture di paglia intrecciata/ornate di penne di arara/orecchini di Penne di arara/ collane di unghie di giaguaro/bracciali di conchiglie di fiume…”

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Poesie di Màrcia Theòphilo

“La dea Giaguaro
si trasforma in tutte le cose
che vivono nell’acqua
si trasforma in tutte le cose
che vivono sulla terra
piante e animali
fiumi e piogge”

“Arari, figlia della foresta,
racconta di una macchina che beve
il sangue di un bambino
lasciando la sua anima
abbandonata
tra il semaforo e il fiume”

“E’ piovuto molto nella notte
quanti vivono ancora?
sono piovuti colpi dal tamburo
di un’arma che un uomo color cachi
teneva nella mano”

“E’ piovuto molto nella notte
quanti vivono ancora?
sono piovuti colpi dal tamburo
di un’arma che un uomo color cachi
teneva nella mano”

Opere olio su tela – cm 100×70. Anno 2019

Amazzonia Brasile. Anno 2019

Mato Grosso Brasile. Anno 2018